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Antonella Cingolani: le terapie e i traguardi a 30 anni dal virus Hiv

Trent’anni di storia dell’Hiv raccontati da Antonella Cingolani, infettivologa di Roma. Dagli anni bui dei primi anni Ottanta, quando l’epidemia si è diffusa in maniera esponenziale, all’impegno per occuparsi di una popolazione composta “da giovani, artisti e persone piene di aspettative sociali, che intorno ai 35 anni si trovavano a morire”. Nel 1996 l’avvento delle terapie antiretrovirali ha restituito un’aspettativa di vita a milioni di pazienti nel mondo. In special modo alle donne, la fascia più fragile perché più esposta al rischio di contagio, soprattutto sessuale, per l’impossibilità di proteggersi adeguatamente dal partner in ambito familiare. “Prima dei farmaci il rischio di trasmissione, durante il parto era del 30 per cento. Ora si è praticamente azzerato”, dichiara. Malgrado i traguardi raggiunti, però, il contagio non accenna a diminuire, in maniera pressoché esclusiva per via sessuale, per la mancanza di uso del preservativo. “In Italia circa 140mila persone vivono con il virus dell’Hiv. Di queste il 20 per cento non sa di averlo, perché non si è mai sottoposto a un test diagnostico. Una fascia di malati che non può giovarsi delle terapie e che diffonde anche il virus perché inconsapevole”

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